La mia Quarto

fiori quartomare

Per anni il mio quartiere era stato il cortile, oltre il cancello non si poteva andare, poi cominciai ad attraversare le mie vie senza fare troppo caso alle bellezze che mi passavano accanto. Le prime camminate su da via Pianeletti tra more e lucertole fino ad arrivare al cielo e da lì vedere Genova dall’alto con lo sfondo blu del mare, poi le vie antiche Romana di Quarto e Castagna o giù da via Priaruggia per le vie strette fino al mare. Ripercorrendole ora respiro l’aria di quei giorni spensierati con la bici da cross e le ginocchia incerottate, certo qualcosa è pur cambiato ma tanto è rimasto intatto. Quarto è sempre attraente, con le sue belle chiese, il mare lì sotto sempre pronto ad ascoltarti e a farsi ascoltare, trovi sempre qualcuno ad osservarlo, anche al mattino presto o durante una mareggiata che schiuma sugli scogli di Priaruggia. Ricordo i primi videogiochi e il flipper al Bar della Croce Verde con le altalene fuori, la festa di San Giovanni Battista che aspettavi tutto l’anno, gli amici al campetto della scuola e le figurine scambiate davanti all’ edicola in piazza Nievo. L’estate si scendeva da via Rossetti con costume ed asciugamano in spalla, gli amici della salitina erano davanti al Genoa Club Priaruggia dove ora si riparano Scooter. C’ era persino un cinema che molti anni prima era all’aperto, ancora si può vedere dove si proiettava. Le partite sul campo in via Turr, quanta pazienza avevano con noi i Salesiani e noi sempre fieri della nostra Quarto, chi di noi non si vantava di aver giocato nel G.Mora o nella Croce Verde. Non c’è più traccia di quelle compagnie numerose che stazionavano nelle varie piazzette, adesso magari ci si ritrova su Facebook la sera, allora si “chattava” seduti accanto su una panchina a parlare del futuro o della squadra del cuore, un aperitivo da Giangiulio e via sul Si Piaggio o i più fortunati sul Vespino 50. Tutto si svolgeva in poche centinaia di metri ma in fondo non ci mancava niente, mare, monti, negozietti che ti vedevano crescere, era un pò come un piccolo paese dove tutti si conoscono e salutano. Ecco forse è questo che si sta perdendo, il contatto con il negoziante sotto casa, il pur comodo ed accogliente centro commerciale è un pò più freddo del negozio di alimentari della Luigina che ti dava la merenda al mattino. Molte cose sono migliorate, Il Monumento finalmente restaurato con gli ulivi intorno, il piccolo parco sopra il centro commerciale e qualche attività ricreativa per i nostri anziani. Ora c’è una Quarto che allora non esisteva, quella a Quarto Alto che, seppur con qualche problema, ha persone che la stanno migliorando con costante impegno. Ricordo la radio locale alla S.O.M.S. Castagna e la discoteca, il campetto circolare di via Bandi e il tabacchino che ancora esiste dove allora si compravano Big Jim e Barbie, le cartolerie che per noi erano Frediani o Renzini che aveva persino le squadre di subbuteo. In viale Pio VIII ci si tagliava i capelli dalla Marina prima e poi da Pippo che ci ha lasciato qualche anno fa, oppure c’era Freccia in via Rossetti. Ognuno, per noi ragazzi di quei tempi, era un personaggio a cui tutti volevamo bene. Le battaglie con le cannette e lo stucco tra i vari rioni erano mitiche, ci si spingeva fino alla Corea (così chiamavamo le case subito sopra via Schiaffino) oppure in via Bandi, l’asfalto era un tappeto di cerchi bianchi di palline di stucco schiacciate. D’estate si prendeva il Camillino o il Cucciolone, un spuma da 50 £ e le gomme da masticare erano palline colorate scese dalle macchinette automatiche spesso prese a calci per la mancata erogazione. Che bella via Carrara la mattina presto quando con la canna da pesca e secchiello si scendeva ai Paolo e Lelle per pescare dalla piattaforma, ancora oggi, quando capito lì prima del sorgere del sole, mi fermo a sentire l’odore del mare e se chiudo gli occhi torno a respirare quei giorni. E i gatti, quanti gatti c’erano a Quarto, tanti che ognuno ne adottava uno, si passavano pomeriggi ad ammirare e coccolare i cuccioli. Non cambierei Quarto con nessun posto al mondo, lì sono cresciuto, è una casa rassicurante con i suoi punti di riferimento, ogni angolo un ricordo e in mezzo giro di testa passi dal Fasce al mare dal sole alla luna e torni quel bambino sognatore incantato dall’orizzonte blu.

 

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